Legge regionale 22 ottobre 2008, n. 15

Proposta
- Relazione: Dalla relazione di accompagnamento (SINTESI)
  
  Le motivazioni che hanno reso opportuna una revisione della normativa sulla pesca sportiva riguardano, innanzitutto, la mancanza di una legge quadro anche se, nello specifico, la recente modifica del titolo V della Costituzione ha introdotto innovazioni nel quadro di riferimento legislativo per quanto attiene la meteria di caccia e pesca. In secondo luogo emerge la necessitÃƒÂ di adeguare il testo normativo alle recenti direttive dell'Unione Europea.
  Mantendo l'obiettivo programmatico della conservazione e valorizzazione della fauna ittica, il d.d.l. propone, nel processo di snellimento delle procedure, di semplificare le pratiche inerenti il rilascio della licenza di pesca sportiva che viene sostituita dall'attestato del versamento della tassa di concessione regionale.
  Per quanto attiene ai settori della pesca professionale e dell'acqucoltura, gli interessi pubblici da perseguire sono riconducibili agli obiettivi generali di tutela delle risorse ittiche, di sviluppo sostenibile delle attivitÃƒÂ produttive e di sicurezza alimentare.
  Rispetto alla vigente normativa regionale in materia di pesca professionale e acquacoltura e di pesca sportiva, il disegno di legge prevede:
  - una piÃƒÂ¹ razionale attribuzione ed esplicitazione delle competenze tra i vari enti;
  - una durata del Piano regionale di sei anni, comunque aggiornabile, pari al tempo necessario per un aggiornamento completo della carta ittica in tutti i bacini idrografici regionali;
  - una maggiore specifica sui programmi provinciali;
  - un'unica Commissione consultiva per la pesca e l'acquacoltura alla quale partecipano una vasta rappresentanza di soggetti che svolgono attivitÃƒÂ connesse alla pesca;
  - precise norme a difesa del patrimonio ittico e dei corsi d'acqua, cui attenersi in ogni intervento in ambito fluviale;
  - la regolamentazione degli sport fluviali, della pesca sportiva e professionale;
  - l'inserimento dell'importo della tassa regionale per la licenza di pesca professionale e pesca sportiva, snellendo per quest'ultima le procedure di rilascio;
  - la previsione che detti proventi concorrono al finanziamento della nuova legge;
  - l'affidamento ai comuni del rilascio delle autorizzazioni all'ittiturismo;
  - il divieto di ampliamento degli impianti di acquacoltura ubicati nel bacino del fiume Nera;
  - l'ampliamento delle tematiche di ricerca finanziabile per l'acquacoltura oltre a quella connessa alla riduzione dell'impatto ambientale;
  - l'affidamento dei compiti di vigilanza e controllo per pesca professionale e acquacoltura anche ai Corpi di Polizia.
  Il settore dell'acquacoltura in Umbria, con una produzione pari al 10% della produzione nazionale di trote, ÃƒÂ¨ caratterizzato dal controllo dell'intero ciclo produttivo e costituisce una vera e propria zootecnia acquatica. Essendo un vulnerabilissimo bersaglio dell'inquinamento idrico, negli ultimi anni la sensibilitÃƒÂ degli allevatori ittici ha portato tutta la la piscicoltura della Valnerina a conseguire la certificazione comunitaria ambientale EMAS II.
  La pesca professionale, di antica tradizione in Umbria, si concentra oggi prevalentemente sul Lago Trasimeno ed in misura minore nei laghi di Corbara e Piediluco, con la gran parte dei pescatori professionali riunita in cooperative. Nonostante il setttore sia attraversato da una crisi perdurante da moplti anni, legata ad un limitato ricambio generazionale e ad una diminuita pescositÃƒÂ , il pescato ÃƒÂ¨ caratterizzato da un elevato livello qualitativo e viene consumato prioritariamente come fresco. Una quota parte viene invece destinata alla surgelazione e alla trasformazione.
- Obiettivo della legge: LÃ¢â‚¬â„¢obiettivo del DDL ÃƒÂ¨ unificare in un'unica legge le norme in materia di pesca professionale e di acquacoltura e quelle in materia di pesca sportiva ed ecosistemi acquatici, perseguendo le seguenti finalitÃƒÂ :
  - il ripristino, la conservazione e la valorizzazione delle specie ittiche autoctone e degli ambienti acquatici;
  - la promozione di azioni volte alla gestione della fauna acquatica presente nelle acque del territorio regionale, nel rispetto degli equilibri biologici e della conservazione della biodiversitÃƒÂ ;
  - la corretta fruibilitÃƒÂ dei sistemi acquatici;
  - la valorizzazione e lo sviluppo della pesca professionale e dell'acquacoltura;
  - la diversificazione della potenzialitÃƒÂ produttive del territorio;
  - la valorizzazione dei prodotti ittici;
  - l'incentivazione della multifunzionalitÃƒÂ delle imprese di settore;
  - la promozione e la disciplina della pesca sportiva;
  - la promozione della ricerca e dell'innovazione al fine di garantire una gestione ottimale delle risorse naturali.
- Individuazione dei destinatari: Destinatari diretti:
  - Province;
  - Comuni;
  - Asl;
  - Associazioni piscatorie;
  - Associazioni di protezione ambientale;
  - imprenditoria del settore;
  - Istituti pubblici di ricerca;
  - pescatori.
- Nuovi organismi: E' istituita presso la Giunta regionale la Commissione consultiva per la pesca professionale e sportiva e per l'acquacoltura,
  La Commissione svolge funzioni consultive sui settori disciplinati dalla presente legge. PuÃƒÂ² avanzare proposte alla Giunta regionale su iniziative, indagini e studi relativi alle materie disciplinate dalla presente legge.
  La Commissione ÃƒÂ¨ nominata, previa delibera della Giunta regionale, con decreto del Presidente della Giunta regionale e resta in carica per tutta la durata della legislatura e continua comunque la propria attivitÃƒÂ fino al rinnovo degli Organi regionali
- Struttura regionale di riferimento: DIREZIONE REGIONALE AGRICOLTURA E FORESTE, AREE PROTETTE, VALORIZZAZIONE DEI SISTEMI NATURALISTICI E PAESAGGISTICI, BENI E ATTIVITA' CULTURALI, SPORT E SPETTACOLO
  
  Direttore: Dott.ssa Ernesta Maria Ranieri
  Via M. Angeloni, 61 - 06124 Perugia
  Telefono: 0755045041
  Fax: 07550455916
  E-mail: direzione3@regione.umbria.it
Dati identificativi
- Tipo atto: PDL
- Numero atto: 1210
- Proponente: G.R. DELIB. N. 100 DEL 11/02/2008
- Titolo: NORME PER LA TUTELA E LO SVILUPPO DEL PATRIMONIO ITTICO REGIONALE, LA SALVAGUARDIA DEGLI ECOSISTEMI ACQUATICI, LÃ¢â‚¬â„¢ESERCIZIO DELLA PESCA PROFESSIONALE E SPORTIVA E DELLÃ¢â‚¬â„¢ACQUACOLTURA
- Pervenuto al Consiglio il: 03-03-2008
- Termine per riferire al Consiglio (dato di Commissione): 3-5-2008
- Codice esito conclusivo dell'iter dell'atto: APPROVATO
- Legislatura: VIII

Valutazione ex ante

Analisi tecnico normativa
- Materia del PDL: Il ddl, in unÃ¢â‚¬â„¢ottica di tutela, conservazione e incremento della fauna ittica e salvaguardia degli ecosistemi acquatici, accorpa in un unico testo la disciplina in materia di pesca professionale, acquacoltura, pesca sportiva ed ecosistemi acquatici, contestualmente abrogando la vigente normativa di cui alle leggi 22 febbraio 2005, n. 14 (Norme per l'esercizio e la valorizzazione della pesca professionale e dell'acquacoltura) e 2 dicembre 1998, n. 44 (Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca), nonchÃƒÂ© i relativi regolamenti attuativi 3 luglio 2007, n. 7 (Disciplina per la concessione del premio unico per l'attivitÃƒÂ di pesca professionale di cui alla legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14) 9 agosto 2007, n. 9 (Disciplina dell'attivitÃƒÂ di pescaturismo di cui alla legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14) e 12 novembre 2001, n. 5 (Disciplina dell'attivitÃƒÂ di pesca nelle acque interne).
  In applicazione del criterio di prevalenza, l'oggetto dell'iniziativa legislativa ÃƒÂ¨ riconducibile alla materia Ã¢â‚¬Å“pescaÃ¢â‚¬Â, che, in quanto non inserita nellÃ¢â‚¬â„¢elenco delle materie rimesse alla competenza esclusiva dello Stato (art. 117, 2Ã‚Â° comma, Cost.), nÃƒÂ© a quella concorrente (art. 117, 3Ã‚Â° comma, Cost.), ÃƒÂ¨ assegnata alla potestÃƒÂ legislativa regionale Ã‚Â«residualeÃ‚Â» (Corte Cost. sentenza 213/2006, cfr. sentenze 81 e 51 del 2007 e 218, 216/2006).
  Proprio in virtÃƒÂ¹ di tale inquadramento la Consulta ha dichiarato infondata la questione di legittimitÃƒÂ costituzionale di alcune disposizioni della l.r. Toscana 7 dicembre 2005 n. 66, nella parte in cui fissano alcuni dei contenuti del programma regionale per la pesca e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura, prevedono la competenza delle province a rilasciare, nei limiti determinati dal programma regionale, le licenze di pesca, ne disciplinano le modalitÃƒÂ di rilascio, costituiscono, presso le province costiere, il registro dei pescatori professionali e delle imprese di pesca e delle navi e galleggianti intestatarie di licenza di pesca e rimettono allÃ¢â‚¬â„¢adozione di regolamenti regionali di attuazione la fissazione delle modalitÃƒÂ di rilascio delle licenze e dellÃ¢â‚¬â„¢iscrizione nel registro della pesca professionale (sentenza 81/1007, cit.).
  Sull'inquadramento della materia alla luce del dettato costituzionale vedi le osservazioni al punto successivo "PotestÃƒÂ legislativa regionale".
- PotestÃƒÂ legislativa regionale: Riguardo alla competenza legislativa residuale sulla pesca la Corte Costituzionale, ha piÃƒÂ¹ volte affermato che tale inquadramento non esclude che su questa materia Ã¢â‚¬Å“per la complessitÃƒÂ e la polivalenza delle attivitÃƒÂ in cui si estrinseca, possono interferire piÃƒÂ¹ interessi eterogenei, taluni statali, altri regionali, con indiscutibili riflessi sulla ripartizione delle competenze legislativa ed amministrativa; sicchÃƒÂ© lÃ¢â‚¬â„¢analisi dellÃ¢â‚¬â„¢intreccio delle competenze deve essere effettuata caso per caso, con riguardo alle concrete fattispecie normative, facendo applicazione del principio di prevalenza e del principio fondamentale di leale collaborazione; peraltro, talune attivitÃƒÂ e taluni aspetti riconducibili allÃ¢â‚¬â„¢attivitÃƒÂ di pesca non possono che essere disciplinati dallo stato, atteso il carattere unitario con cui si presentano e la conseguente esigenza di una loro regolamentazione uniforme, dovendosi ritenere sussistente la potestÃƒÂ legislativa statale nella determinazione dei principi fondamentali, ai quali il legislatore regionale, nel dettare la disciplina di dettaglio, deve attenersi per gli aspetti, pur riconducibili allÃ¢â‚¬â„¢attivitÃƒÂ di pesca, che sono connessi a materie di competenza ripartita tra stato e regioni, quali: tutela della salute, alimentazione, tutela e sicurezza del lavoro, commercio con lÃ¢â‚¬â„¢estero, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno allÃ¢â‚¬â„¢innovazione delle imprese per il settore produttivo della pesca, porti, previdenza complementare e integrativa, governo del territorioÃ¢â‚¬Â (sentenza 213/2006, cit.; per precedenti interventi della Corte costituzionale in ordine a materie di competenza residuale delle regioni, v. Corte cost. n. 29/2006; n. 231/2005; n. 380/2004; n. 370/2003).
  Sul riparto di competenza tra lo stato e le regioni in materia di pesca e di acquacoltura si ÃƒÂ¨ espresso anche il Consiglio di Stato (Cons. Stato, sez. atti normativi, 20 dicembre 2002, n. 4515/02), secondo cui Ã¢â‚¬Å“nella materia della pesca spetta alla legge regionale, in sede di competenza concorrente o generale, procedere alla definizione normativa della materia, stabilendo se alla relativa disciplina debba provvedere direttamente la legge regionale stessa o, in tutto o in parte, anche la normativa regolamentareÃ¢â‚¬Â.
- Verifica della legittimitÃƒÂ costituzionale: Vedi l'allegato A.
- Coordinamento con la normativa vigente: Non sussistono esigenze di coordinamento poichÃƒÂ© la vigente disciplina concernente l'acquacoltura e la pesca, professionale e sportiva viene integralmente abrogata. Sarebbe comunque auspicabile introdurre all'articolo 54 anche l'abrogazione espressa della legge regionale 11 febbraio 2000, n. 11 (Modificazioni ed integrazioni della L.R. 2 dicembre 1998, n. 44 - Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca). Tale disciplina, altrimenti, verrebbe abrogata implicitamente in conseguenza del richiamo nell'articolo predetto alla sola legge regionale 2 dicembre 1998, n. 44 (Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca).
- NecessitÃƒÂ del ricorso allo strumento normativo: Il ricorso allo strumento normativo ÃƒÂ¨ necessario, trattandosi di una legge di riordino della materia.
- Adeguatezza della relazione di accompagnamento: La relazione non sembra adeguata rispetto al disposto dell'articolo 35, comma 2 dello Statuto e 26 del regolamento interno.
- Pertinenza del titolo rispetto allÃ¢â‚¬â„¢articolato: Il titolo ÃƒÂ¨ pertinente rispetto all'articolato.
- Rispondenza delle singole disposizioni normative ai criteri di chiarezza e omogeneitÃƒÂ : Il testo ÃƒÂ¨ diviso in TITOLI, tuttavia, per una probabile svista, non ÃƒÂ¨ stato inserito il TITOLO I.
  In generale si evidenzia che il rinvio ad atti normativi ÃƒÂ© spesso privo del titolo degli atti stessi, che andrebbero, pertanto, inseriti. Vedi in proposito le osservazioni al punto Ã¢â‚¬Å“Presenza di riferimenti normativi e loro correttezzaÃ¢â‚¬Â.
  - Art. 1, comma 2: la disposizione si limita a richiamare lo Statuto e la programmazione, tuttavia sembrerebbe opportuno far riferimento anche al rispetto della normativa comunitaria vigente in materia;
  - Art. 2, comma 1, lett. e): La definizione non ÃƒÂ¨ chiara, con particolare riferimento alla dizione Ã¢â‚¬Å“modalitÃƒÂ di pesca previste dalla presente leggeÃ¢â‚¬Â, che non specifica se si tratta di pesca professionale o sportiva. Inoltre, il ddl se, da un lato, abroga la vigente disciplina sul pescaturismo, incluso il regolamento 9 agosto 2007, n. 9 (Disciplina dell'attivitÃƒÂ di pescaturismo di cui alla legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14), dallÃ¢â‚¬â„¢altro, non provvede a sostituire la predetta disciplina. Infatti lÃ¢â‚¬â„¢unico riferimento a questa attivitÃƒÂ ÃƒÂ¨ rinvenibile nellÃ¢â‚¬â„¢articolo 30, dove, peraltro, la nozione ÃƒÂ¨ richiamata solo per ricomprendere il pescaturismo, qualora esercitato in misura non prevalente, nella pesca professionale. Si evidenzia, infine, che lÃ¢â‚¬â„¢articolo 53 prevede che il citato regolamento 9/2007 resta in vigore fino allÃ¢â‚¬â„¢adozione delle nuove norme regolamentari di allÃ¢â‚¬â„¢articolo 51, ma tale articolo, non fa alcun riferimento alla disciplina del pescaturismo.
  - Art. 3, comma 2:
  - - lett. a): inserire alla fine della disposizione la parola Ã¢â‚¬Å“leggeÃ¢â‚¬Â;
  - - lett. c): non ÃƒÂ¨ chiaro a quale altra commissione ci si riferisca impiegando il termine al plurale, dato che nella proposta di legge ÃƒÂ¨ disciplinata solo la commissione consultiva per la pesca e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura.
  - Art. 4, comma 2:
  - - lett. a): questa disposizione come formulata non si coordina con lÃ¢â‚¬â„¢art. 9 che nel disciplinare la programmazione provinciale prevede accanto al Ã¢â‚¬Å“programma annuale per la pesca professionale e lÃ¢â‚¬â„¢acquacolturaÃ¢â‚¬Â, un Ã¢â‚¬Å“programma triennale per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e della pesca sportivaÃ¢â‚¬Â. Inoltre, la stessa formulazione non permette di capire se ci sarÃƒÂ per ciascuna tipologia di pesca nonchÃƒÂ© per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico, un programma distinto oppure accorpato rispetto ad alcuni temi (ad es. pesca professionale e acquacoltura).
  - - lett. b): il riferimento allÃ¢â‚¬â„¢art. 9 ÃƒÂ¨ errato;
  -- lett. d): ÃƒÂ¨ necessario un coordinamento con gli articoli 33 e 34, in particolare non ÃƒÂ¨ chiara la dizione Ã¢â‚¬Å“rilasciano (Ã¢â‚¬Â¦) le licenze di pesca sportivaÃ¢â‚¬Â, poichÃƒÂ©, ai sensi dell'articolo 34, per esercitare la pesca sportiva ÃƒÂ¨ sufficiente il pagamento della tassa di concessione regionale e la licenza ÃƒÂ¨ costituita dalla ricevuta di versamento della tassa stessa, come risulta anche dalla relazione allegata al ddl. EÃ¢â‚¬â„¢ necessario, quindi un coordinamento. Analoga osservazione vale per lÃ¢â‚¬â„¢articolo 35, comma 1.
  - - lett. g): non ÃƒÂ¨ chiaro a quale tipologia di Ã¢â‚¬Å“interventiÃ¢â‚¬Â la disposizione si riferisca;
  - - lett. i): qualora si alluda alle concessioni di cui allÃ¢â‚¬â„¢art. 28, comma 7, per ragioni di chiarezza sarebbe opportuno precisarlo inserendo un richiamo normativo;
  - - lett. p): qualora si alluda alle associazioni di cui allÃ¢â‚¬â„¢art. 14, per ragioni di chiarezza sarebbe opportuno precisarlo inserendo un richiamo normativo;
  - Art. 6: sostituire la sigla ASL con Azienda UnitÃƒÂ sanitaria locale (USL) e citarla quindi successivamente con la sigla USL. Questo articolo inoltre andrebbe coordinato con quanto previsto dallÃ¢â‚¬â„¢art. 45 in ordine ai controlli sanitari eseguiti dalle USL anche al fine di evitare ripetizioni;
  - Art. 8, comma 3, lett. f): il riferimento allÃ¢â‚¬â„¢art. 14 non ÃƒÂ¨ corretto;
  - Art. 9, comma 1: tale disposizione va coordinata con quanto previsto dallÃ¢â‚¬â„¢art. 4, comma 2, lett. a);
  - - comma 2, lett. b): il riferimento normativo non ÃƒÂ¨ corretto;
  - Art. 23:
  -- comma 1: il riferimento al parere di un esperto sembra generico;
  -- comma 5: il rinvio al comma 2 non sembra corretto, perchÃƒÂ¨ la disposizione non prevede alcun divieto;
  - Art. 27, comma 4:indicare lÃ¢â‚¬â„¢atto in virtÃƒÂ¹ della quale ÃƒÂ¨ stato creato il Sistema Natura 2000. Analoga osservazione vale per lÃ¢â‚¬â„¢articolo 40, comma 7;
  - Art. 28: vedi lÃ¢â‚¬â„¢allegato A;
  - Art. 29: l'articolo ripete la disposizione di cui all'articolo 4, lettera l) ed andrebbe, pertanto soppresso;
  - Art. 30: i commi 2 e 3 ripetono le disposizioni di cui, rispettivamente, ai commi 1 e 2 dellÃ¢â‚¬â„¢articolo 5, andrebbero, pertanto soppressi. Inoltre, non ÃƒÂ¨ chiara la ratio del comma 1 e cioÃƒÂ¨ per quale motivo e con quali finalitÃƒÂ il pescaturismo e lÃ¢â‚¬â„¢ittiturismo, se esercitati in maniera non prevalente sono ricompresi nella pesca professionale.
  - Art. 35:
  -- commi 1, 2 e 3: vedi allegato A;
  -- comma 5: la norma deve essere coordinata con la disciplina di cui allÃ¢â‚¬â„¢articolo 33, comma 3.
  - Art. 38: i commi 6 e 7 sono identici, il comma 7 va, pertanto, soppresso.
  - Art. 39, comma 2, lettera g): la disposizione sembra in contraddizione con lÃ¢â‚¬â„¢assegnazione alla provincia della competenza a disciplinare il rilascio delle licenze di pesca professionale come previsto dall'articolo 4, comma 2, lettera c);
  - Art. 42. sostituire il termine "punto" con "numero";
  - Art. 45: ÃƒÂ¨ necessario un coordinamento con la disciplina di cui all'articolo 6;
  - Art. 54: si propone la seguente formulazione: "1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge sono o restano abrogate le seguenti leggi e regolamenti:
  a) la legge regionale 2 dicembre 1998, n. 44 (Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca);
  b) la legge regionale 11 febbraio 2000, n. 11 (Modificazioni ed integrazioni della L.R. 2 dicembre 1998, n. 44 - Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca);
  c) la legge regionale 1 marzo 1984, n. 10 (Modificazione alla legge regionale 13 luglio 1983, n. 25: Tutela e sviluppo del patrimonio ittico regionale e disciplina della pesca);
  d) la legge regionale 14 aprile 1986, n. 15 (Ulteriori modificazioni e integrazioni della legge regionale 13 luglio 1983, n. 25. Tutela e sviluppo del patrimonio ittico regionale e disciplina della pesca);
  e) la legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14 (Norme per l'esercizio e la valorizzazione della pesca professionale e dell'acquacoltura);
  f) il regolamento regionale 12 novembre 2001, n. 5 (Disciplina dell'attivitÃƒÂ di pesca nelle acque interne);
  g) il regolamento regionale 3 luglio 2007, n. 7 (Disciplina per la concessione del premio unico per l'attivitÃƒÂ di pesca professionale di cui alla legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14);
  h) il regolamento regionale 9 agosto 2007, n. 9 (Disciplina dell'attivitÃƒÂ di pescaturismo di cui alla legge regionale 22 febbraio 2005, n. 14)."
- Presenza di riferimenti normativi e loro correttezza: I riferimenti normativi non sono sempre corretti, poichÃƒÂ¨ talvolta non sono riportati i titoli delle leggi cui si rinvia. Su tale aspetto vedi anche le osservazioni al punto "Presenza di riferimenti normativi e loro correttezza".
- Presenza di effetti abrogativi impliciti: Viene implicitamente abrogata la legge regionale 11 febbraio 2000, n. 11 (Modificazioni ed integrazioni della L.R. 2 dicembre 1998, n. 44 - Norme per la tutela e lo sviluppo del patrimonio ittico regionale, la salvaguardia degli ecosistemi acquatici e l'esercizio della pesca), di cui sarebbe auspicabile l'abrogazione espressa. Vedi anche le osservazioni al punto "Coordinamento con la normativa vigente".
- Rinvio ad atti per l'attuazione del PdL: Rinvio a norme regolamentari:
  - art. 27, comma 1: disciplina degli sport fluviali;
  - art. 28, comma 5: disciplina della pesca professionale;
  - art. 30, comma 3:disciplina dei requisiti per il rilascio, sospensione, revoca e decadenza dellÃ¢â‚¬â„¢ dell'autorizzazione all'esercizio dell'attivitÃƒÂ ittituristica;
  - art. 39, comma 1: disciplina della pesca sportiva (incluse le modalitÃƒÂ di cattura durante lo svolgimento delle gare di pesca; l'assegnazione dei corpi idrici alle acque principali o secondarie e l'indicazione degli attrezzi e dei sistemi di pesca sportiva in esse consentiti ).
  Rinvio ad atti di Giunta:
  - art. 6, comma 6: lÃ¢â‚¬â„¢individuazione delle modalitÃƒÂ per la disciplina del monitoraggio degli impianti di acquacoltura;
  - art. 7, comma 3: nomina dei membri della Commissione consultiva per la pesca e l'acquacoltura (effettuata con decreto del Presidente della Regione, previa deliberazione di Giunta);
  - art. 8, comma 1: adozione del piano per la pesca professionale e l'acquacoltura e del piano per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva, soggetto ad approvazione del Consiglio regionale;
  - art. 11, comma 2: redazione ed aggiornamento ogni sei anni della carta ittica regionale;
  - - 36, comma 4: modalitÃƒÂ per il rilascio, l'utilizzo e il rinnovo del tesserino di pesca;
  - Art. 48, comma 1, lettera a): individuazione delle specie autoctone.
- Data chiusura: 24/09/2008
Analisi documentale
- Obiettivi
  - Obiettivi diretti ed espliciti: LÃ¢â‚¬â„¢obiettivo del DDL ÃƒÂ¨ unificare in un'unica legge le norme in materia di pesca professionale e di acquacoltura e quelle in materia di pesca sportiva ed ecosistemi acquatici, nella prospettiva di rivedere e adeguare la normativa di entrambi i comparti.
    Nel dettaglio, le finalitÃƒÂ perseguite ed espressamente previste dal DDL allÃ¢â‚¬â„¢art. 1 sono le seguenti:
    - il ripristino, la conservazione e la valorizzazione delle specie ittiche autoctone e degli ambienti acquatici;
    - la promozione di azioni volte alla gestione della fauna acquatica presente nelle acque del territorio regionale, nel rispetto degli equilibri biologici e della conservazione della biodiversitÃƒÂ ;
    - la corretta fruibilitÃƒÂ dei sistemi acquatici;
    - la valorizzazione e lo sviluppo della pesca professionale e dell'acquacoltura;
    - la diversificazione della potenzialitÃƒÂ produttive del territorio;
    - la valorizzazione dei prodotti ittici;
    - l'incentivazione della multifunzionalitÃƒÂ delle imprese di settore;
    - la promozione e la disciplina della pesca sportiva;
    - la promozione della ricerca e dell'innovazione al fine di garantire una gestione ottimale delle risorse naturali.
  - Strumenti previsti per perseguire gli obiettivi: Gli strumenti previsti dal DDL possono essere cosÃƒÂ¬ sinteticamente riassunti:
    - Artt. 3-6: definizione delle competenze di Regione, Province, Comuni, Asl e Arpa (vedi sezioni Analisi della politica pubblica);
    - Artt. 8-9: definizione della programmazione regionale e provinciale: la Giunta regionale adotta il piano per la pesca professionale e l'acquacoltura e il piano per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva, sottoponendoli all'approvazione del Consiglio regionale. I due piani hanno validitÃƒÂ di sei anni e contengono lÃ¢â‚¬â„¢analisi della situazione in ambito regionale dei settori disciplinati dalla legge e la definizione degli indirizzi della programmazione, degli obiettivi da perseguire, dei criteri di indirizzo per i piani provinciali, delle risorse finanziarie complessive e della ripartizione delle stesse tra le province. Le province, invece, adottano, entro il primo trimestre dell'anno di riferimento, il programma annuale per la pesca professionale e l'acquacoltura e il programma triennale per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e della pesca sportiva;
    - Artt. 10-11: suddivisione del reticolo idrografico regionale ÃƒÂ¨ in cinque bacini: a) dei fiumi Chiascio e Topino; b) del fiume Nera; c) del fiume Nestore; d) dei fiumi Paglia e Chiani; e) del fiume Tevere; redazione e aggiornamento, da parte della Giunta regionale, ogni sei anni, della carta ittica regionale, che rileva le caratteristiche biologiche, idrologiche e fisico-chimiche dei corpi idrici, le loro potenzialitÃƒÂ produttive e la presenza, l'abbondanza e le condizioni delle popolazioni ittiche;
    - Artt. 15-18: definizione dei principi fondamentali per lÃ¢â‚¬â„¢individuazione e la gestione, da parte delle province, di tratti di corpi idrici nei quali prevedere forme di gestione particolare: Zone di frega, Zone di protezione, Zone di tutela temporanea e Zone a regolamento specifico;
    - Artt. 22-26: definizione di norme finalizzate a tutelare le popolazioni ittiche ed a mitigare lÃ¢â‚¬â„¢impatto delle opere e degli interventi (interruzioni, escavazioni, derivazioni, sbarramenti). In particolare, per quanto riguarda i corsi d'acqua, il DDL prevede che le concessioni di derivazione e di attingimento sono rilasciate prevedendo la defluenza continua a valle di un quantitativo d'acqua non inferiore alla portata minima vitale;
    - Art. 27: previsione di norme regolamentari per lo svolgimento di sport acquatici;
    - Artt. 28-32: disciplina della pesca professionale. In particolare, viene prevista lÃ¢â‚¬â„¢istituzione, da parte delle Province, del Registro dei pescatori professionali. Inoltre, il DDL disciplina anche gli interventi per gli imprenditori ittici e le loro cooperative, le province, gli istituti pubblici di ricerca e sperimentazione e le associazioni del settore. Gli interventi possono essere: a) di investimento; b) di natura corrente. Ne ÃƒÂ¨ prevista unÃ¢â‚¬â„¢ampia gamma.
    - Artt. 33-39: disciplina della pesca sportiva. In particolare, il DDL propone di semplificare le pratiche inerenti il rilascio della licenza di pesca sportiva: tale licenza viene sostituita dall'attestato del versamento della tassa di concessione regionale, nellÃ¢â‚¬â„¢ottica dello Ã¢â‚¬Å“snellimentoÃ¢â‚¬Â delle procedure.
    - Artt. 40-42: disciplina dellÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura. Anche in questo caso sono previsti, in unÃ¢â‚¬â„¢ampia gamma, interventi a) di investimento; b) di natura corrente, i cui beneficiari sono gli imprenditori ittici e loro cooperative, le associazioni e le organizzazioni di produttori e gli istituti pubblici di ricerca e sperimentazione.
  - Corrispondenza con la programmazione regionale: 1. Nel Dap 2008/2010, nella parte relativa alla Valorizzazione delle risorse faunistiche, si legge che Ã‚Â«la tutela della qualitÃƒÂ e della quantitÃƒÂ delle risorse idriche ÃƒÂ¨ un elemento comune e trasversale della programmazione ambientale europea e nazionale. La nuova normativa regionale sulla pesca, il nuovo piano ittico e gli aggiornamenti della carta ittica, tutti in programma per il prossimo triennio, intendono perseguire non solo gli obiettivi di una moderna gestione dell'ittiofauna ma anche una gestione sostenibile della risorsa acqua nel suo complessoÃ‚Â». Tra le attivitÃƒÂ prioritarie previste, figura quella relativa alla nuova legge regionale sulla pesca e la gestione ittica: Ã‚Â«la mancanza di una legge quadro impone un periodico adeguamento della normativa regionale al mutato contesto sociale ed ambientale ed agli indirizzi ed al quadro legislativo nazionale e Comunitario che nel frattempo si sviluppano. L'obiettivo della nuova normativa ÃƒÂ¨ quello della conservazione e valorizzazione della fauna ittica e la disciplina della pescaÃ‚Â».
    2. Secondo quanto scritto nella Relazione di accompagnamento, il DDL Ã‚Â«mantiene l'obiettivo programmatico della conservazione e valorizzazione della fauna ittica, attraverso la salvaguardia degli ecosistemi acquatici, il miglioramento e la tutela delle acque, e la disciplina della pesca e degli altri sport acquaticiÃ‚Â». Le risorse biologiche, Ã‚Â«oggetto di attivitÃƒÂ di pesca professionale e acquacoltura sono un bene comune rinnovabile da regolamentare: perciÃƒÂ², nei settori della pesca professionale e dell'acquacoltura, gli interessi pubblici da perseguire sono riconducibili agli obiettivi generali di tutela delle risorse ittiche, di sviluppo sostenibile delle attivitÃƒÂ produttive e di sicurezza alimentareÃ‚Â».
- Destinatari
  - Destinatari diretti: Province, Comuni, Asl, Associazioni piscatorie, Associazioni di protezione ambientale, imprenditoria del settore, Istituti pubblici di ricerca, pescatori.
  - Zone territoriali di intervento: Tutto il territorio regionale.
  - Forme di pubblicitÃƒÂ per i destinatari: Non sono previste particolari forme di pubblicitÃƒÂ per i destinatari.
  - Forme di partecipazione per i destinatari/cittadinanza: 1. LÃ¢â‚¬â„¢art. 14 del DDL ÃƒÂ¨ rubricato Ã¢â‚¬Å“Associazioni piscatorie e di protezione ambientaleÃ¢â‚¬Â. In esso si prevede che la Regione promuove la partecipazione alla gestione ittica delle associazioni dei pescatori sportivi e delle associazioni ambientaliste e naturalistiche riconosciute a livello nazionale e presenti in forma organizzata sul territorio. Le associazioni possono:
    - collaborare con la Regione e le Province ai fini della reale partecipazione dei pescatori sportivi alla realizzazione degli obiettivi della programmazione provinciale e regionale;
    - promuovere iniziative di pesca sportiva e svolgere attivitÃƒÂ di vigilanza e di istruzione in materia di pesca;
    - collaborare con le province all'attivitÃƒÂ di tabellazione delle acque interne, al ripopolamento e recupero della fauna ittica in periodi critici, alla difesa ed al recupero ambientale dei corpi idrici, e partecipare alla gestione sociale delle acque. Viene prevista anche la possibilitÃƒÂ di erogare contributi alle associazioni stesse per la realizzazione di progetti di gestione del patrimonio ittico e degli ecosistemi acquatici. La partecipazione alla gestione ittica delle associazioni nel settore della pesca professionale ÃƒÂ¨ ribadita anche dal primo comma dellÃ¢â‚¬â„¢art. 28.
    2. LÃ¢â‚¬â„¢art. 7 prevede la costituzione della Commissione consultiva per la pesca e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura, istituita presso la Giunta regionale e composta dai dirigenti dei Servizi regionali competenti, dai rappresentanti designati dalle due Associazioni ambientaliste e naturalistiche maggiormente rappresentative a livello regionale, dalle Associazioni nel settore dell'acquacoltura e della pesca professionale che operano a livello regionale, dalle quattro Associazioni dei pescatori sportivi riconosciute a livello nazionale presenti in forma organizzata nel territorio regionale, da un rappresentante designato dall'ARPA e da due esperti designati dall'UniversitÃƒÂ degli Studi di Perugia.
    La Commissione svolge funzioni consultive e puÃƒÂ² avanzare proposte alla Giunta regionale.
- Analisi del contesto
  - Definizione dei fenomeni oggetto dell'intervento
    - Definizione contenuta nell'atto: Il DDL contiene, allÃ¢â‚¬â„¢art. 2, le definizioni dei termini contenuti nello stesso:
      - pesca professionale: attivitÃƒÂ di cattura e prelievo di specie viventi nelle acque lacustri esercitata a fini economici mediante attrezzi a ciÃƒÂ² destinati;
      - pesca sportiva: attivitÃƒÂ di cattura e/o prelievo, ovvero il richiamo a fini di cattura di specie viventi nelle acque interne esercitata senza scopo di lucro, mediante attrezzi a ciÃƒÂ² destinati;
      - acquacoltura: insieme delle pratiche volte alla produzione di proteine animali in ambiente acquatico, mediante il controllo, parziale o totale, diretto o indiretto, del ciclo di sviluppo degli organismi acquatici esercitate a fini economici;
      - imprenditore ittico: soggetto che in forma singola, associata o societaria esercita la pesca professionale e/o l'acquacoltura;
      - pescaturismo: attivitÃƒÂ di pesca effettuata da soggetti con le modalitÃƒÂ previste dalla presente legge senza la licenza di pesca o con i sistemi quali le imbarcazioni e gli attrezzi autorizzati dalla licenza di pesca dell'imprenditore ittico e con l'assistenza dello stesso;
      - ittiturismo: attivitÃƒÂ culturali, didattiche, di ospitalitÃƒÂ e somministrazione pasti finalizzate alla valorizzazione dei prodotti ittici locali ed alla conoscenza degli ecosistemi lacustri attraverso l'utilizzo della abitazione, delle strutture e attrezzature nella disponibilitÃƒÂ dell'imprenditore ittico che esercita la pesca professionale;
      - laghetti di pesca: specchi d'acqua in cui ÃƒÂ¨ consentito l'esercizio della pesca sportiva, anche a pagamento;
      - novellame: esemplari allo stadio giovanile delle specie animali viventi nelle acque interne non ancora giunti allo stadio riproduttivo;
      - fauna ittica: pesci e lamprede, rane verdi e crostacei decapodi, viventi nelle acque superficiali e possibili oggetto di pesca;
      - ripopolamento: immissione di fauna ittica con individui appartenenti a specie giÃƒÂ presenti nel corpo idrico.
  - Rispondenza dell'atto a particolari emergenze o gravi situazioni determinatasi sul territorio: Il DDL prevede interventi di sostegno per i settori della pesca professionale e dell'acquacoltura che, come si legge nella Relazione, attraversano un momento particolarmente critico (vedi sezione Dati e informazioni di sintesi).
  - Rispondenza dell'atto ad esigenze di nuove realtÃƒÂ socio-economiche: Il DDL non sembra rispondere in modo specifico ad esigenze di nuove realtÃƒÂ socio-economiche.
  - Presenza di dati e informazioni nella relazione dÃ¢â‚¬â„¢accompagnamento: La Relazione non contiene dati e informazioni dettagliati sui fenomeni oggetto della legge. Vi si trovano comunque alcune considerazioni di ordine generale.
  - Dati e informazioni di sintesi: Il Programma Triennale 2007/2009 per la pesca professionale e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura, predisposto sulla base della legge regionale 22/2/2005, contiene alcuni dati e informazioni sui settori oggetto della legge. Il testo che segue ÃƒÂ¨ tratto dal Programma stesso. Alcune tabelle esplicative sono riportate nel file Ã¢â‚¬Å“TabelleProgrammaPesca.docÃ¢â‚¬Â, allegato allÃ¢â‚¬â„¢Analisi di Processo nella sezione Ã¢â‚¬Å“Documenti AllegatiÃ¢â‚¬Â.
    
    1. Pesca professionale
    
    Produzioni
    La pesca professionale in Umbria si concentra oggi prevalentemente sul lago Trasimeno, che ospita uno dei nuclei piÃƒÂ¹ consistenti di pescatori ed in misura minore nei laghi di Corbara e Piediluco. La gran parte dei pescatori professionali ÃƒÂ¨ riunita in cooperative di pescatori. La pesca professionale al Trasimeno soffre da molti anni di una crisi ormai perdurante, legata ad una diminuita pescositÃƒÂ dovuta a mutamenti ambientali ed allÃ¢â‚¬â„¢ingresso di specie ittiche alloctone infestanti, che sono entrate in competizione con quelle di maggior pregio. Il lago di Piediluco ha preoccupanti problemi dovuti all'inquinamento, che di fatto riducono le potenzialitÃƒÂ di prelievo delle specie oggetto di pesca professionale, mentre l'invaso artificiale di Corbara ÃƒÂ¨ invece soggetto ad evidenti periodiche fluttuazioni idriche. L'abbondanza delle varie specie non ÃƒÂ¨ stata mai costante nel tempo, influenzata
    oltre che dalle trasformazioni degli ambienti lacustri anche dall' esercizio della pesca professionale interessata ad un limitato numero di specie. Inoltre la presenza delle varie specie dipende anche dal ripopolamento, cioÃƒÂ¨ dall'immissione di soggetti di maggiore interesse alimentare e dalla comparsa incontrollata di specie ittiche alloctone di scarso interesse per l'alimentazione umana. Il cosiddetto "pesce grosso" ÃƒÂ¨ costituito in prevalenza da tinche, carpe e lucci mentre il latterino, immesso accidentalmente nel lago Trasimeno nel 1920, rappresenta tra le specie minute la piÃƒÂ¹ prelibata. La lasca o laschetta, di cui di cui si ricordarono pescate nell'Ottocento a Passignano in una sola giornata sedicimila libbre, ÃƒÂ¨ invece scomparsa defÃƒÂ¬nitivamente nel secondo dopoguerra probabilmente anche a seguito della diffusione del persico sole. Pur nell'incertezza delle fonti statistiche si puÃƒÂ² affermare che la produzione ittica totale derivante dalla pesca professionale ÃƒÂ¨ drasticamente diminuita negli ultimi 30 anni Nel 1970 rappresentava piÃƒÂ¹ di un quarto della totalitÃƒÂ di prelievo delle acque interne italiane.
    
    Mercato e consumi
    Il pesce d'acqua dolce pescato in Umbria ÃƒÂ¨ consumato localmente, soprattutto nelle zone vicine ai luoghi di produzione e prevalentemente nell'ambito della ristorazione, ed in parte commercializzato in altre regioni italiane. Il prodotto, benchÃƒÂ© la disponibilitÃƒÂ risulti limitata e discontinua, ÃƒÂ¨ caratterizzato da un elevato livello qualitativo e viene venduto dai pescatori e loro cooperative prioritariamente come fresco. Una quota parte viene invece destinata alla surgelazione e alla trasformazione. Quest'ultima oggetto ancora di ricerca e sperimentazione si va sempre piÃƒÂ¹ diffondendo come prodotto sfilettato, affumicato o macinato.
    
    Fattori critici e di sviluppo
    Punti di forza
    - qualitÃƒÂ del pescato
    - possibile integrazione con la pesca turismo
    - possibile interrelazione con l'acquacoltura
    - ruolo della cooperazione
    Punti di debolezza
    - tecniche di pesca obsolete e poco selettive
    - progressiva diminuzione delle risorse ittiche
    - invecchiamento degli addetti
    - organizzazione della commercializzazione
    
    2. Acquacoltura
    
    Produzioni
    L'acquacoltura ÃƒÂ¨ una pratica consolidata anche in Umbria per la produzione della trota. ÃƒË† caratterizzata dal controllo dell'intero ciclo produttivo tanto da essere una vera e propria "zootecnia acquatica". Le stesse norme vigenti fanno rientrare pienamente tale tipo di allevamento nel moderno modello di agricoltura. Vulnerabilissimo bersaglio dell'inquinamento idrico, l'acquacoltura puÃƒÂ² divenire a sua volta una fonte di problematiche ambientali. Va rilevato che negli ultimi anni la sensibilitÃƒÂ ambientale degli allevatori ittici, si ÃƒÂ¨ tradotta in un consistente impegno formale che ha portato di fatto tutta la piscicoltura della Valnerina a conseguire la Certificazione comunitaria ambientale EMAS II (vedi la sezione Riferimenti documentali). Tale certificazione assicura non solo il monitoraggio scrupoloso e continuo dei parametri ambientali ed il rispetto delle norme, ma anche l'adozione di accorgimenti finalizzati alla tutela dell'ambiente ed impegna le aziende ad un miglioramento continuo, fissando obiettivi concreti e pubblici. L'acquacoltura umbra ÃƒÂ¨ prevalentemente incentrata sulla produzione della trota iridea, nel territorio della Valnerina. Esiste inoltre una produzione di materiale ittico da ripopolamento di altre specie effettuato esclusivamente da centri ittiogenici pubblici. Nel bacino del Nera, grazie alla quantitÃƒÂ e alle specifiche qualitÃƒÂ dell'acqua, sono ubicati allevamenti di trote con grandi produzioni che rappresentano quasi il 10% dell'intera produzione nazionale.
    
    Mercato e consumi
    Le trote prodotte in Umbria sono caratterizzate da un elevato livello qualitativo dovuto alle particolari condizioni ambientali di allevamento: acque fredde e scarsa escursione termica stagionale consentono un accrescimento molto regolare anche se piÃƒÂ¹ lento e conferiscono caratteristiche organolettiche paragonabili a quelle del pescato in grado di fornire un prodotto di pregio apprezzato dai consumatori piÃƒÂ¹ esigenti. Il consumo del prodotto avviene in modesta misura sul territorio regionale ed in gran parte in altre regioni italiane, con particolare riferimento al centro-sud, prevalentemente attraverso i canali della grande distribuzione.
    
    Fattori critici e di sviluppo
    Punti di forza
    - professionalitÃƒÂ delle imprese
    - livello tecnologico avanzato
    - disponibilitÃƒÂ di prodotto in tutti i periodi dell'anno
    - dislocazione degli impianti in area appenninica con ridotte alternative occupazionali
    - opportunitÃƒÂ di occupazione anche per manodopera femminile
    - impianti certificati EMAS II
    Punti di debolezza
    - organizzazione della commercializzazione
    - costi elevati per l'alimentazione
    - possibile impatto negativo sull'ambiente degli invasi
    - prevenzione dei consumatori per il pesce allevato rispetto al pescato
    - insufficiente comunicazione con consumatori/cittadini
    - necessitÃƒÂ di diversificare le specie allevate a fronte della diminuzione della domanda di trote
    - presenza sempre maggiore di avifauna ittiofaga
    - insufficiente sinergia con la rete di ristorazione regionale
  - Riferimenti documentali: 1. Docup 2000/2006
    
    Il Docup 2000/2006 ha consentito il finanziamento di diversi intervernti:
    - Misura 3.2: Acquacoltura:
    Ammodernamento di impianti di acquacoltura esistenti con vasche per allevamento a terra, anche finalizzato alla riduzione dell'impatto ambientale;
    - Misura 4.3: Promozione:
    Studio di mercato al fine di ottenere dati utili per la predisposizione di un programma di marketing;
    TracciabilitÃƒÂ dei prodotti ittici;
    Studio per disciplinare IGP pesce del Trasimeno;
    Sperimentazione packaging e condizionamento del pescato;
    Partecipazione a fiere e saloni dell' alimentazione;
    Realizzazione di materiale pubblicitario;
    Progetto collettivo della certificazione volontaria ambientale EMAS II per la troticoltura della Valnerina:
    - Misura 4.4: Azioni realizzate dagli operatori del settore:
    Contenimento di specie infestanti alloctone (carassio) presenti nel lago Trasimeno;
    Progetto sperimentale per la pesca selettiva con l'utilizzo di elettrostorditore;
    Eliminazione di rischi patologici e da parassiti connessi all'attivitÃƒÂ di allevamento.
    
    Il quadro sintetico dellÃ¢â‚¬â„¢utilizzo dei finanziamenti al 31 marzo 2007 (ultima data disponibile) ÃƒÂ¨ il seguente:
    
    Misura: 3
    Finanziamenti pubblici disponibili: 471.626
    Fondi impegnati: 361.108
    Progetti ammessi: 5
    Finanziamenti liquidati: 351.314
    Progetti liquidati: 4
    
    Misura: 4
    Finanziamenti pubblici disponibili: 787.000
    Fondi impegnati: 742.195
    Progetti ammessi: 31
    Finanziamenti liquidati: 429.937
    Progetti liquidati: 18
    
    2. Il Sistema comunitario di ecogestione e audit EMAS II
    
    Nella Relazione di accompagnamento al DDL si legge che Ã‚Â«negli ultimi anni la sensibilitÃƒÂ ambientale degli allevatori ittici ha portato di fatto tutta la piscicoltura della Valnerina a conseguire la certificazione comunitaria ambientale EMAS IIÃ‚Â». Si tratta del sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), che intende promuovere il costante miglioramento dei risultati ambientali di tutte le organizzazioni europee, nonchÃƒÂ© l'informazione del pubblico e delle parti interessate. Il riferimento ÃƒÂ¨ Regolamento (CE) n. 761/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2001, sull'adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS).
    L'obiettivo del nuovo sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS) consiste nel promuovere miglioramenti continui delle prestazioni ambientali delle organizzazioni di tutti i settori, mediante:
    - l'introduzione e l'attuazione da parte delle organizzazioni di sistemi di gestione ambientale;
    - la valutazione obiettiva e periodica di tali sistemi;
    - la formazione e la partecipazione attiva dei dipendenti delle organizzazioni;
    - l'informazione del pubblico e delle altre parti interessate;
    Ciascuna organizzazione che vuole partecipare al sistema deve:
    - adottare una politica ambientale che definisca gli obiettivi e i principi di azione dell'organizzazione rispetto all'ambiente;
    - effettuare un'analisi ambientale delle proprie attivitÃƒÂ , dei prodotti e servizi, salvo le organizzazioni che hanno giÃƒÂ un sistema di gestione ambientale certificato e riconosciuto;
    - istituire un sistema di gestione ambientale;
    - effettuare regolarmente un audit ambientale e fare una dichiarazione ambientale, contenente: la descrizione dell'organizzazione, delle sue attivitÃƒÂ , prodotti e servizi; la politica ambientale e il sistema di ecogestione dell'organizzazione; la descrizione degli impatti ambientali; una descrizione degli obiettivi in relazione agli impatti; le prestazioni ambientali dell'organizzazione e la data della dichiarazione. La dichiarazione deve essere convalidata da un verificatore ambientale il cui nome e numero di accreditamento devono essere indicati nella dichiarazione.
    - registrare la dichiarazione convalidata presso l'organismo competente dello Stato membro;
    - mettere la dichiarazione a disposizione del pubblico;
    Per mantenere la registrazione EMAS, un'organizzazione deve:
    - far verificare gli elementi richiesti per la registrazione EMAS in un periodo non superiore a 36 mesi e le informazioni contenute nella dichiarazione ad intervalli non superiori a 12 mesi;
    - trasmettere i necessari aggiornamenti convalidati all'organismo competente e metterli a disposizione del pubblico.
    Le organizzazioni che partecipano al sistema EMAS sono registrate dagli organismi competenti a condizione che:
    - abbiano presentato a detti organismi una dichiarazione ambientale convalidata;
    - abbiano versato, qualora richiesto, la quota di registrazione;
    - abbiano presentato un formulario contenente le informazioni di cui all'allegato VIII;
    - soddisfino tutte le condizioni imposte dal regolamento.
    (Fonte: http://europa.eu)

Analisi della politica pubblica

Attuazione dell'atto

Soggetto attuatore	Tipo provvedimento	Oggetto del provvedimento	Tempi previsti
Province		Programmi annuali per la pesca professionale e sportiva e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura, la tutela e la conservazione del patrimonio ittico
Province		concedono finanziamenti
Province		disciplinano il rilascio della licenza di pesca professionale
Province		istituiscono e gestiscono l'elenco degli imprenditori ittici che esercitano la pesca professionale e l'elenco dei pescatori sportivi
Province		Istituiscono e gestiscono lÃ¢â‚¬â„¢elenco degli impianti di acquicoltura
Province		Disciplinano le modalitÃƒÂ per la pesca a pagamento nei laghetti di pesca sportiva
Province		provvedono alla gestione dei bacini
Associazioni piscatorie e le Associazioni ambientaliste		collaborano con le P. alla gestione dei bacini
Province		Istituiscono e delimitano le zone di frega, di protezione, di tutela temporanea
Province		Trasmettono alla Regione una relazione tecnica e finanziaria sullÃ¢â‚¬â„¢attuazione dei rispettivi programmi, riferita allÃ¢â‚¬â„¢anno precedente	entro il primo trimestre di ogni anno
Comune		Rilascio, sospensione e revoca autorizzazione attivitÃƒÂ ittituristica
Comuni		Trasmissione alla regione e per conoscenza alla provincia elenco delle autorizzazioni per lÃ¢â‚¬â„¢esercizio dellÃ¢â‚¬â„¢attivitÃƒÂ ittituristica
Servizi veterinari della ASL		Trasmissione alla Regione e alla Provincia una relazione tecnica su attivitÃƒÂ svolta e sulla situazione sanitaria complessiva dei settori dellÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura e pesca professionale	AnnualmenteEntro il 31 gennaio dellÃ¢â‚¬â„¢anno successivo
ARPA		Trasmissione dei dati sul monitoraggio degli impianti di acquicoltura
Giunta regionale		ModalitÃƒÂ per la disciplina del monitoraggio degli impianti di acquacoltura	entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge
Presidente Giunta regionale	DPGRprevia DGR	Commissione consultiva per la pesca professionale e sportiva e per lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura
Commissione consultiva per la pesca professionale e sportiva e per lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura	parere	piano per la pesca professionale e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura e il piano per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva
Giunta regionale	DGR	Adotta il piano per la pesca professionale e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura e il piano per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva (validitÃƒÂ sei anni)
Consiglio regionale		approva il piano di cui sopra
Province		Adottano il Piano programma annuale per la pesca professionale e lÃ¢â‚¬â„¢acquacoltura e il programma triennale per la tutela e la conservazione del patrimonio ittico e per la pesca sportiva	primo trimestre dell'anno di riferimento
Province	trasmissione	al Servizio regionale dei programmi provinciali (diventano esecutivi entro 60 gg dal ricev)	entro 60 gg. dall'adozione
Giunta regionale		Redazione e aggiornamento della carta ittica regionale	ogni 6 anni
Regione		promuove la partecip. alla gestine ittica delle associazioni ambientaliste e naturaliste riconosciute a livello nazionale - puÃƒÂ² concedere contributi a questo scopo
Province		Istituiscono - zone di protezione- zone di tutela temporanea (dandone idonea pubblicitÃƒÂ )- zone a regolamento specifico
Province		Possono autorizzare la cattura e il prelievo della fauna ittica a scopo di studio e di ricerca, anche in deroga Ã¢â‚¬Â¦
Province		Concede autorizzazione per interventi in ambito fluviale e lacuale
Giunta regionale		puÃƒÂ² modificare i divieti a seguito di condizioni ambientali di carattere eccezionale
Provincia		Stabilisce modalitÃƒÂ per il ripopolamento del corso dÃ¢â‚¬â„¢acqua Approva il progetto per la realizzazione delle strutture idonee alla risalita del pesce Ã¢â‚¬Â¦Approva lÃ¢â‚¬â„¢elenco dei corsi dÃ¢â‚¬â„¢acquache per le loro caratteristiche non richiedono interventi
Province		Disciplinano le modalitÃƒÂ per gli scarichi di acque di lavaggio degli inerti
Province		Prevedono appositi prescrizioni a tutela del patrimonio ittico in sede di rilascio o rinnovo delle concessioni di derivazione e attingimento
Regione	DGR	Regolamento per l'esercizio degli sport fluviali	entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge
Regione		Promuove la partecipazione alla gestione ittica delle associazioni di settore
Regione	DGR	Regolamento per la disciplina de	fgfggf
gfgfgf	gfgfgf	gfgfgf

AttivitÃƒÂ delle Commissioni
- Assegnazione dellÃ¢â‚¬â„¢atto alle Commissioni: Referente
  3-3-2008
- Altri soggetti: Comitato per la Legislazione
- Verifica allegati
  - Allegati: Si
    scheda degli elementi finanziari
- Iscrizione atto ordine del giorno Commissione: III Commissione Consiliare 3-4-2008
  II e III Commissione 29.09.2008
- Partecipazione
  - Espletamento consultazione
    - Decisione Commissione: seduta del 31 marzo 2008
    - Tipo consultazione: audizioni
    - Sede/i: Perugia - Palazzo Cesaroni - Sala Partecipazione
    - Data/e: 7 luglio 2008
    - Soggetti: invitati
      vedi allegato
    - Resoconto: Si
      vedi allegato
- Procedimento in Commissione
  - Adempimenti generali
    - Sottocommissione: Seduta del 12 maggio 2008, nomina della Sottocommissione per i componenti la II Commissione: Presidente Franco Tomassoni e il Vice Presidente Raffaele Nevi.
      III Commissione Consiliare nella seduta del 3-4-2008 (Presidente Ronca, Vicepresidente Melasecche Germini)
      
      Convocata per il giorno 12.09.2008 - ore 15,00.
      Convocata per il giorno 26 settembre 2008 - ore 12,00
    - Esame congiunto: Si
- Esame
  - Emendamenti
    - Presentatore: Commissione
    - Classificazione: Modificativi
  - Parere consultivo
    - I CCP: 1 ottobre 2008
  - Relatore per lÃ¢â‚¬â„¢aula: Presidente II Commissione Franco Tomassoni, per la maggioranza
    Vice Presidente III Commissione Enrico Melasecche Germini, per la minoranza
  - Relazione orale: si
- Data chiusura: 02.10.2008
AttivitÃƒÂ dell'Aula
- Decisione finale del Consiglio: APPROVA
- Approvati dal Consiglio emendamenti al testo proposto dalla Commissione: si
- L.R. n.: 15
- del: 22-10-2008
- Pubblicata nel B.U.R. n.: 48/S
- del: 29-10-2008
- L'estensore del testo della deliberazione (dato di Commissione) : Sacchetti Diva
Documenti allegati

Descrizione	Nome file
audizione del 7 luglio 2008	AUDIZIONE INTEGRALE.doc
Soggetti invitati	ELENCO SOGGETTI PER AUDIZIONE.doc
Tabelle Pesca	TabelleProgrammaPesca.doc
Rilievi sulla tassa di concessione regionale per il rilascio della licenza di pesca	tassa di concessione regionale per la licenza di pesca.doc